Pubblicato per l’evento:The final cut@FreakOut! Lunedì 26 marzo su website.radioohm.it
Willie Christie è l’autore di alcune delle immagini glamour più memorabili della fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80, e nel mese di settembre dello scorso anno gli è stata dedicata una mostra, solo su appuntamento, presso l’Ivy (Londra) con immagini di Jerry Hall, Mick Jagger, Catherine Deneuve, David Bowie e la sua ex-moglie e musa Grace Coddington, solo per citarne alcuni. Anche se il lavoro di Christie è incredibilmente attento alle forme, direi quasi perfetto, e la sua attenzione si centra su modelle piene di fascino e celebrità della sua epoca, contiene una seducente alterità che viaggia oltre la sfera della moda e s’interroga sulla realtà, l’identità e l’artificio.
Le sue immagini, attentamente costruite, collocano i suoi soggetti in cornici fin troppo perfette che lasciano un surreale e a volte quasi sinistro retrogusto, che può essere stato ciò che attirò principalmente l’attenzione dei Pink Floyd, che contrattarono i suoi servizi per il loro cortometraggio: The Final Cut.
Qui, il fotografo e regista, che ha conservato le immagini per la mostra per ben 35 anni, parla con John-Paul Pryor sul servizio fotografico dell’ultima Vogue girl, raccontando la sua esperienza in questo passaggio dalla moda ai Pink Floyd:
“È stato incredibile per me, ho sempre saputo che la moda non era tutto il mio mondo professionale. The Final Cut è stato il mio primo passaggio reale al mondo del cinema. Avevo lavorato su fotogrammi dal vivo di ‘Shine On You Crazy Diamond’ che poi ho messo su con Gerald Scarfe, già che lui aveva iniziato a collaborare con i Pink Floyd prima ancora di The Wall. Non riesco a ricordare quando è stato, in questo momento, ma abbiamo lavorato su dei pezzi, che poi abbiamo assemblato insieme nel film per il grande schermo rotondo che portarono nel loro tour alla fine degli anni ’80. Quando ho visto 15.000 persone guardarlo e applaudire – non sono stati ad applaudire il film (ride) ovviamente, ma gli effetti – è stato davvero impressionante.
È stato grande, e ha segnato l’inizio per me, della possibilità di raccontare veramente delle storie”.
Below: Unused Vogue cover, 1976 Photography by Willie Christie