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Segni del destino: ma tu esattamente, che lavoro fai?

Oggi mi ha svegliato un temporale che sembrava una tempesta tropicale, unita al coro felino e qualcuno che diceva con un altoparlante: «Catalogna Libera». Devo dire che in parte i catalani li capisco, soprattutto dopo le ultime grandi decisioni di questo governo indecente che va diretto verso un nuovo franchismo. Io con un piede fuori ormai da anni, ho deciso di togliere anche l’altro. Una parte del mio cuore rimarrà sempre in questo Paese dove, bene o male, ho vissuto quasi la metà della mia vita. A pensarci bene ho vissuto almeno un quarto della mia vita su gli aerei, in giro per il mondo, ma sono uno di quei fortunati che dorme praticamente quasi tutto il volo e crolla automaticamente prima del decollo. A questo punto verrebbe da pensare che ho dormito un quarto della mia vita, e invece no! Perché le ore sugli aerei sono ore di recupero tolte al quotidiano. La domanda che da titolo al mio post è assolutamente lecita e me l’hanno posta in molti. In primis mio padre che ancora non ha ben chiaro che cosa faccia sua figlia e che comunque al minuto 1,36 si è già stufato di ascoltarmi e mi lascia a metà discorso mettendosi a fare altro. Questa domandina me l’ha fatta anche il fisco quest’anno, e così davanti all’obbligo di rispondergli, mi sono messa a diramare la complicata trama che risponde al nome di RM IDEAS FACTORY.Il Fisco Doverlo spiegare al Signor Hacienda (come si chiama il fisco spagnolo), non è stata una passeggiata, direi piuttosto una scalata sul Kilimangiaro. Dopo aver scritto capitoli della mia vita su un documento composto da circa 150 pagine (e quindici giorni della mia vita buttati via), che andrà ad allietare un’ispettrice inetta e non all’altezza dell’incarico che gli è stato conferito, mi sono resa conto che faccio veramente un sacco di cose e, che la mia professione non è poi così facile da spiegare. Non solo perché ho trasformato “Sei personaggi in cerca di autore”, nelle sei personalità dell’autore stesso (e spero che Pirandello mi perdoni questa sorta di diafora letteraria): creativa, copy, consultore marketing , amministratrice, commerciale, e direttrice, ovviamente tutti e sei in uno, ma anche per la diversificazione delle attività che svolgo. E questa è una lezione di economia che in tempi di crisi bisogna stamparsi bene in testa: l’unico modo per superarla è diversificare (e lavorare il doppio per guadagnare la metà). Come dire? Benvenuti alla libera professione. Con due piedi fuori. Ritornando ai miei piedini ben calzati da circa duecento paia di scarpe che fan loro compagnia, ormai sono quasi del tutto fuori. Sigue leyendo