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La cena clandestina

L’opera umana più bella è quella di essere utili al prossimo – Sofocle.

Ieri sera sono andata a una cena di liberi professionisti, tutti appartenenti come me a un’associazione di networking professionale, con un invitato speciale, José Luis Montes, uno scrittore che ha pubblicato un libro intitolato “Le Organizzazioni Gandhi”.
Devo dire che l’ambientazione, i commensali, e ovviamente l’ospite d’onore hanno reso la serata indimenticabile.
Sono rientrata quasi alle due, con quella piacevole sensazione di portarmi a casa un qualcosa in più, grazie anche al mio collaboratore Jordi, presidente dell’associazione che organizza queste cene mensili uniche.
Dopo l’esperienza, mi sono precipitata a dirgli che le nostre riunioni mensili con il museo di cui siamo consultori, dovranno coincidere con queste cene, di modo che, una volta stabilita in Italia, le mie trasferte a Barcellona possano essere proficue non solo dal punto di vista professionale, ma anche personale e culturale.

Vi racconto la serata. La cena aveva luogo in una zona di Barcellona una volta industriale, dove le ex fabbriche e i locali commerciali sono stati riabilitati a uffici, loft e residenze in genere. Il ristorante, non aperto al pubblico ma luogo di cene private, “tertulias” o incontri culturali in petit comité, cene a tema o come li definisce la proprietaria e chef (nonché pittrice), cene segrete, si chiama «La Contrasenya» che in catalano vuol dire la password.

Una sorta di atelier d’arte pieno di acrilici, in un loft con ristorante e cucina a vista.
Tutto legale per intenderci, la proprietaria, una persona molto interessante, dopo una lunga carriera come giornalista e responsabile ufficio stampa del comune di Barcellona, decide dedicarsi a quello che più le piace e farne la sua professione.
La cena era squisita, il vino ancora meglio, ma soprattutto la compagnia e il dialogo instauratosi sul libro e il modo di pensare dello scrittore, che io condivido a un buon 70%.
Di fatto, vorrei parlare proprio di questo, e non di arte e gastronomia, che pur essendo temi che mi appassionano, non sono l’asse centrale di questo post.

“Gli ultimi secoli hanno visto la nascita delle più grandi innovazioni e la ancora più crescente abbondanza di risorse, in gran parte motivati ​​dal bene collettivo. Ma abbiamo anche sperimentato il frequente errore di anteporre agli interessi sociali, quelli personali fino a un limite aberrante, fino al punto di creare l’idea nella nostra società che la leadership aziendale non è compatibile con il bene comune, che ciò che è buono per il manager in cerca di legittimo profitto, si oppone all’interesse di coloro che lo circondano”.

Questo è un estratto del manifesto del libro e un po’ il nostro argomento di conversazione durante l’intera serata.

This way

Chi sceglie la libera professione per inseguire i suoi sogni e dedicarsi a quello che più gli piace, fa una scelta coraggiosa non da poco.

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